venerdì 17 luglio 2009

Vandali in azione a Grumo


La Gazzetta del Mezzogiorno

GRUMO APPULA:

Un buon detective lo capirebbe subito. Non è la mano di un semplice vandalo. Non è una banda di ragazzini in preda a raptus. Sembra un lavoro scientifico. L’ufficietto della società di calcio messo a soqquadro. Uno spogliatoio imbrattato con vernici bianche e rosse. Un buco in un tramezzo. L’ambulatorio con lettiga e armadietto capovolti. I bagni sporcati. E poi il degrado. Dietro il fabbricato a servizi del campo di calcio "Comunale" di Grumo c’è di tutto: rifiuti, erbacce, detriti, materiali inerti, una scarpa da ginnastica di pochi euro. Attorno al campo per destinazione erbacce ogniddove. Dietro la nuova tribunetta costata un occhio all’amministrazione del Comune, gramigna e vegetazione spontanea. E un bel po’ di "ostacoli", pronti, secondo qualcuno, a spiccare il volo.
Lo stadio di Grumo compie ottant’anni. Un compleanno mesto. Doveva essere intitolato a Vito Ventola, bitrittese, papà del centravanti Nicola Ventola. La proposta non ha trovato consensi sufficienti. "L’impianto – racconta Pino Camastra, storiografo locale e vigile urbano – è stato costruito nel 1929 sotto il podestà Ernesto Bonavoglia". L’arco trionfale, chiaro riferimento a quello che diverrà lo stile Impero è chiaro. I “bronzi di Grumo”, là in alto, sono a guardia della lealtà sportiva. Proprio Bonavoglia, grumese doc, era stato "primo calciatore pugliese in un grande campionato e portiere del Vicenza: nel 1914 parò un rigore nientemeno che a Cevenini III detto Zizì".
Appena entrati nella struttura, c’è un fabbricato basso, destinato a uffici, con le vetrate tutte, sistematicamente, sfondate. Per raggiungere la tribunetta dai sedili rossi e blu, bisogna fare un largo giro. La polizia locale è stata incaricata di mettere i sigilli all’impianto. Troppo pericoloso. Spiega il sindaco Vito Panzarino: "Ho fatto denuncia ai carabinieri, è stato un brutto colpo per tutti noi. Interventi? Intanto, gli uffici stanno quantificando i danni. Il terreno di gioco (in terra battuta, ndr) resta in buone condizioni, occorre intervenire sibito sugli spogliatoi".
"Così non si può andare avanti". Quelle di Mauro Di Giosa non sono le consuete lagnanze di giugno e luglio, arma spuntata di gran parte dei presidenti delle squadre di calcio. "I miei due compagni di viaggio della scorsa stagione – dice l’imprenditore edile grumese a capo della squadra di calcio di cui è in corso il 90° compleanno -, e cioè Domenico Servidio e Antonio Chionno, intendono dedicarsi alle proprie aziende per questa stagione. E io che faccio? Nessuno mi dà una mano e mi ritrovo anche con questo spettacolo? Già l’anno scorso – denuncia il patron del club che, matricola in Promozione, è arrivato a un passo dal salto in Eccellenza – abbiamo provveduto noi ai lavori necessari per una struttura decente. Ma ora il danno è troppo grosso".Muro a muro con lo stadio c’è il palazzetto dello Sport, gigante addormentato, costruito nei primi anni Novanta e in abbandono (Panzarino, a capo di un’amministrazione di centro-destra, conta di ridestarlo con i 'Bollenti Spiriti'). Su un piano sopraelevato un piccolo polisportivo comunale: calcetto, tennis, pallavolo e basket: "Purtroppo – dice Antonio Zecca, dirigente dell’associazione Sport e Cultura – c’è un pesante gap educativo in molti ragazzi. Questo è forse il problema più serio su cui lavorare".

Vito Prigigallo

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